domenica 21 aprile 2013

" BENTORNATO AL QUIRINALE " On. Giorgio Napolitano

Potrà sembrarvi strano cari italiani, ma se devo essere sincero, il colpo a sorpresa - Mike Bongiorno avrebbe detto 'colpo di scena' - della rielezione di "Re" Giorgio Napolitano (sono stato il primo italiano ad attribuirgli tale titolo per un certo periodo...) lo considero un fatto positivo per tanti aspetti.

Per quanto mi riguarda, ho accolt
o il responso delle urne in Montecitorio con moderata soddisfazione e con un certo "realismo ottimista". E non solo perchè - a distanza di pochissimo tempo dopo la sua uscita - il ritorno dell'On. Napolitano sulla poltrona del Quirinale è un fatto senza precedenti nella storia repubblicana dell'Italia.

Ma proprio per questo e... Alla luce di quanto abbiamo assistito nel corso dei primi scrutini, senza averne cavato un ragno dal buco da parte degli elettori preposti, vuoi per la puntuale e legittima autonomia dei franchi tiratori (ai quali io alla vigilia del voto ho sollecitato e incitato a mezzo social e blog, il loro ruolo determinante) vuoi per i veti incrociati dei tre maggiori raggruppamenti partitocratici, fatto sta che nessuno dei candidati prescelti dalle forze politiche ha raggiunto il quorum sufficiente per la scalata sul Colle.

Mi spiego meglio: - Nel mio recente post pubblicato in data 17 apr. 2013 ( di cui potete ancora prendere visione ) avevo auspicato per il Quirinale la nomina di un Presidente super partes - svincolato dalle logiche di partito fine a se stesse - e "adatto per le situazioni difficili" come fu all'epoca nel 1978 quando fu eletto il socialista On. Sandro Pertini...

E poichè - francamente - dal mio punto di vista, nè Franco Marini (non basta fumare la pipa per credersi di emulare o ritenersi all'altezza dell'eroe partigiano savonese) nè Rodotà, nè la maggior parte i componenti la rosa dei "presidenziabili" già esplicitati pubblicamente, potevano e possono vantare il requisito di presidente "al di sopra delle parti" eccovi spiegato i motivi per i quali il ritorno di "Re Giorgio" dovrebbe essere intravisto come: "un bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno"... e che potrebbe gettare le basi in prospettiva futura, per dare i suoi frutti in tema di riforme istituzionali, previa elezione di Assemblea Costituente tra qualche anno (almeno io lo spero) dopo che, il nuovo Esecutivo di governo che andrà a formalizzarsi nei prossimi giorni darà come primo input attuativo: la riforma elettorale - dalla quale non si può prescindere, se si vuole puntare ad un inizio di cambiamento per una successiva politica di stabilità governativa.

Inoltre, a conclusione del mio discorso, dico che - in questo frangente - è doveroso da parte di tutti gli italiani ringraziare l'On. Napolitano, il quale - malgrado la sua età non più verde e, vista la situazione di stallo in cui è venuto a trovarsi il Parlamento, incapace di eleggere un nuovo presidente della Repubblica - ha accettato (probabilmente chi lo sa, in via provvisoria, come avvenne per altri aspetti non proprio simili, l'elezione del primo presidente della Repubblica, Enrico De Nicola ) per senso di responsabilità e con tanta generosità, la seconda chiamata per esercitare il suo secondo mandato presidenziale.

Il mio "Bentornato presidente Napolitano" e buon lavoro!


Gianfranco Tauro


PS: D'altro canto, in questi giorni, politicamente parlando, mi sentivo già un pò orfano da solo al Quirinale nelle vesti di Arconte/Console da quando mi sono insediato per autoproclamazione e senso di responsabilità come cittadino italiano nel mese di feb. u.s.. Dell'assenza di Napolitano, senza un valido sostituto, ne avvertivo un pò la mancanza: Con "Re Giorgio" , seppur abbiamo avuto negli ultimi mesi opinioni politiche contrastanti e forti dissensi anche sul piano metodologico (e probabilmente ne avremo ancora, ciascuno nel rispetto dei propri ruoli) mi ci sono ormai affezionato. Da domani, quando Giorgio Napolitano pronuncerà il suo discorso e presterà giuramento come è consuetudine nella prassi, prometto mia leale collaborazione politica e programmatica, a supporto e in sintonia degli interessi dello Stato italiano e dei suoi cittadini.

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