martedì 17 settembre 2013

Reggio, incendio a Chiesa ortodossa. Il silenzio dell'arcivescovo Morosini

Singolare il fatto che il nuovo vescovo di Reggio-Bova S.E. Mons. Giuseppe Fiorini MOROSINI non abbia speso una parola forte di solidarietà verso la comunità dei fedeli ortodossi e di condanna contro gli autori dell'atto teppistico, con cui è stato appiccato fuoco nella Chiesa reggina cristiano-ortodossa San Paolo dei Greci, in pieno giorno e mentre veniva celebrata la messa due giorni addietro.

Un vero cristiano, in ispecie e soprattutto una qualsiasi autorità ecclesiastica o un qualunque vescovo cattolico che si ponga alla guida e al servizio pastorale di una qualsiasi diocesi, non può ignorare un simile atto criminoso rimanendo indifferente e in silenzio. Quando viene colpita una qualsiasi istituzione cristiana, sia essa di rito romano o bizantino, sia essa di rito occidentale o orientale, non fa alcuna differenza: ad essere colpita al cuore in quel momento di vile gesto vandalico, è tutta la comunità cristiana globale nel suo insieme e nei suoi valori. A prescindere dal patriarcato a cui appartiene la cattedrale.

Nessuna delle diocesi cattolico-romane della provincia reggina ha avuto il buon senso di indignarsi e condannare il vile attentato. Non una parola di solidarietà è stata finora pronunciata dal neo-vescovo Mons. Giuseppe Fiorini Morosini della diocesi Reggio-Bova, nè dall'amministratore diocesano ad interim Mons. Cornelio Femia della diocesi Locri-Gerace, nè da parte di Mons. Francesco Milito della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi.

A che serve dichiararsi cristiani - a parole - se poi nei fatti, tali non si è? Cui prodest tutto ciò?
 
Gianfranco Tauro

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