venerdì 3 luglio 2015

Grexit si, Grexit no, cui prodest...?

Europa e dintorni

SCENEGGIATA TEDESCA E NON SOLO SUL CASO ELLENICO E TERRORISMO MEDIATICO PER CREARE PANICO IN SENO ALL'EUROPA - E' proprio il caso di dirlo: Almeno che non vi sia una richiesta esplicita da parte dello Stato in questione, la pur remota probabilità che la Grecia possa uscire dall'euro e dalla Ue (ciò in quanto non esistono i presupposti storico-politici, nè giuridici, nè costitutivi) e... ammesso e non concesso, una tale azzardata ipotesi andasse in porto, per la gioia (infondata, sciocca e controproducente) della Cancelliera del "Quarto Reich" ?, ovvero: - la " neo-Fuhrer in gonnella del 3° millennio "- Angela Merkel, nonchè  per la pazza gioia dei registi dell' "operazione Grexit" ... ci sarebbe ben poco per cui gioire. Soprattutto per la stessa Germania, anch'essa partner della Ue e Stato membro immerso fino al collo nell'Eurozona. Da qui ne consegue, la eventualità di un default pilotato della Grecia ( cosi come auspicato e sognato dagli euroscettici, per giunta autolesionisti senza rendersi conto) trascinerebbe gli altri 18 Stati in primis (ma anche i rimanenti che non hanno adottato l'euro) chi più chi meno, in un VORTICE RECESSIVO, di STAGNAZIONE e DEPRESSIONE. Con relativo arresto della crescita economica ed aumento della disoccupazione. Quest'ultima vera piaga sociale che ha già raggiunto una percentuale elevata di disoccupati senza precedenti nella storia contemporanea. Ergo: avremmo un calo generalizzato della domanda e della produzione...
AGENZIE DI RATING: STANDARD & POOR'S, MOODY'S, FICH RATINGS, VADANO A FARSI BENEDIRE - Queste fantomatiche società private, facenti capo a Multinazionali poco raccomandabili, speculatori senza scrupoli che osano dare voti e valutazioni, declassare o meno gli Stati in base a come tira il vento, ignoranti ed incompetenti in materia economica, manipolatori dei mercati e quant'altro, non si dia loro alcun peso, sono senza ombra di dubbio, da mettere al bando.
INGIUSTIFICATA L'INVADENZA DELLA COSIDDETTA TROIKA NEL CAMPO POLITICO, DI CUI OCCORRE RISTABILIRE LE REGOLE - Affinchè prevalga il primato della Politica (come e' giusto che sia) riappropriandosi del ruolo che le spetta di fronte all'invadenza abusiva ed arrogante delle Istituzioni economico-finanziarie, occorre innanzitutto che i sigg. Olli Rehn, Mario Draghi e la sig.ra Christine Lagarde, facciano un passo indietro (anche più di uno) evitando di dare ultimatum a destra e a manca, nonchè di fissare scadenze per la riscossione di presunti crediti avanzati, salvo minacciare allo Stato membro di turno il solito refrain di insolvenza sovrana. La Politica non è affare privato ed economico. Sappiano costoro, che le loro minacce lasciano il tempo che trovano. Piuttosto sarebbe il caso si iniziasse a pensare alla convocazione di una Conferenza Intergovernativa, per una riapertura dei negoziati al fine di modificare i trattati europei, i cui contenuti, per buona parte divenuti ormai obsoleti, (quando in certi casi addirittura non in linea con lo spirito democratico dei padri fondatori ) vadano nella direzione di un rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo e verso l'allargamento da 28 a 30 degli Stati membri ( con l'ingresso di Russia ed Ucraina nella Ue ). Inoltre, nessuno Stato membro può arrogarsi il diritto di prevaricare su un altro ( a dispetto di quanto ormai avviene abusivamente da diversi anni da parte dei soliti 2-3 Stati ). Basti pensare che, allo stato attuale, neppure gli organi preposti in seno alla Ue, al di là delle direttive che possono emanare, le stesse non assumono carattere sostanziale di perentorietà ed obbligo nella loro esecuzione da parte dei singoli Stati membri, in quanto si punta al risultato, ciò lasciando la discrezionalità normativa ad ogni singolo Stato. (Art. 288 TFUE, 3° comma: La direttiva vincola lo Stato membro cui è rivolta per quanto riguarda il risultato da raggiungere, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi ). Bando alle chiacchiere dunque, nessuna politica di austerità (peraltro rivelatasi fallimentare laddove espletata) dovrà essere imposta da parte di altre Istituzioni politico-governative o economico-finanziarie, al di fuori delle decisioni programmate dai governi nazionali dei popoli interessati, per cui stabilire le misure da adottare in materia di politica economica e sociale. Gli aiuti finanziari agli Stati in difficoltà rientrano nei doveri istituzionali degli organi preposti, senza per questo ricorrere ai ricatti per cui in cambio degli stessi aiuti, occorra obbligatoriamente pretendere un "pacchetto di riforme" ( che nella migliore delle ipotesi trattasi di "Bidone"  o "Pacco" vero e proprio per dirla tutta e senza infingimenti). Le presuntuose richieste impositive provenienti da Bruxelles o da Berlino o da Londra, o da qualsiasi altra parte dell'Europa e magari anche al di fuori del Continente, non hanno ragion d'essere. In ispecie se trattasi di forzature relative alle privatizzazioni selvagge, ai tagli alla rinfusa sulla spesa pubblica, nonchè all'aumento della pressione fiscale che, messe tutte insieme queste misure, rappresentano l'Antipolitica, a carico e sulle spalle dei cittadini; quest'ultimi  già colpiti dalle cosiddette crisi economiche provocate a tavolino e di cui, dovrebbero vergognarsi e ritirarsi a vita privata certi tecnocrati oligarchici, in combutta con quei politici conservatori presenti in molti Stati, già noti e loro sodali, anti-europei e mistificatori sui resoconti dei fatti.

Gianfranco Tauro

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