lunedì 11 gennaio 2016

NEL REGIME REAZIONARIO CHE AVANZA IN ITALIA, ANCH'IO VITTIMA DI CENSURA SU FACEBOOK

Anche in Italia, il social più popolare del mondo (contravvenendo sfacciatamente alla sua mission) ha osato ed osa censurare in maniera disinvolta, illegale e subdola, centinaia di utenti iscritti (me compreso). Col blocco degli account, impedendone l'accesso, al fine di vietare la libertà di manifestazione del pensiero, sebbene sia un diritto riconosciuto in tutti gli ordinamenti democratici.

CORREVA L'ANNO 2010 - "L'unica cosa che realmente mi interessa è la mia missione, rendere il mondo aperto". E' la frase dichiarata pubblicamente 5-6-anni fa da Mark Zuckerberg - il più famoso (co)fondatore di facebook - nel corso delle varie interviste che rilasciava a giornali e riviste.  Peccato però, che lo "studente di Harvard" e certi "team preposti amministratori di facebook", dislocati, piantonati e operanti negli Stati dei 5 Continenti del nostro pianeta terracqueo, non abbiano ancora realizzato (c'è sempre tempo per farlo) che "rendere il mondo aperto" non equivale a trattare da "sorvegliati speciali" determinati utenti del social (evidentemente rientro anch'io nella categoria) che - nella fattispecie in Italia - nel manifestare liberamente il proprio pensiero, risultano "scomodi" all'establishment e pertanto "passibili di censura". 

Art.10 della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà Fondamentali - (ratificata dall'Italia con Legge 4 agosto 1955, n. 848 ) -
Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.
Art.21 della Costituzione della Repubblica Italiana: « Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. »

Mi sono chiesto più volte: - Chissà forse accadono questi abusi del diritto in Italia perchè nella nostra "democrazia" evidentemente una certa "casta prepotente" con soverchia e senza ritegno alcuno, si arroga arbitrariamente il diritto di calpestare all'occorrenza e a proprio piacimento la nostra Costituzione. O forse perchè "incoraggiati" dal tacito assenso di chi dovrebbe esserne garante, pur senza contare il silenzio di altri organi istituzionali importanti dello Stato? ...

MA VENIAMO AI FATTI - " Il tuo account è temporaneamente bloccato ... "  Cosi recitava la frase, quando verso il 7 set. 2015, mi accingevo ad effettuare il login per entrare sul mio profilo Facebook per postare alcune foto sul mio diario. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Non mi sembrava possibile, visto che era la prima volta in vita mia a dover subìre una censura di questo tipo. Ma tant'è!

Dopo una vana attesa lunga diversi mesi (con l'inizio dell'anno nuovo 2016, entro nel V°mese di blocco ) in data odierna, decido di pubblicare sul mio blog (e sul mio portale) questo post. Avrei potuto farlo prima, ma ho pazientato illudendomi che il cosiddetto "team preposto alla sicurezza" (più esatto forse sarebbe corretto definirli: "abusivi e combriccola di banditi") tornassero sui loro passi; considerato che - nell'arco di tempo compreso tra gli inizi del mese di settembre 2015 a tutt'oggi - a seguito dello sblocco avvenuto "miracolosamente" negli ultimi 5 giorni del mese di ottobre u.s., in cui ero riuscito a pubblicare sul diario del mio profilo - http://facebook.com/gianfranco.taurogiusto in tempo, alcune foto, da me scattate nel mese precedente...

Alla data odierna, se non ho fatto male i conti, sono trascorsi più o meno 122 giorni che perdura ad oltranza il blocco abusivo (altro che blocco temporaneo) da parte dei "banditi" di cui sopra. Avessero almeno il coraggio di mostrare i loro volti al pubblico del social. 

Il presente articolo vale anche come atto di denuncia pubblica per richiamare l'attenzione delle autorità giudiziarie e di tutti gli organi competenti in materia, qualora volessero per la risoluzione del caso. Ciò in quanto non si tratta di difendere un singolo soggetto, giacchè è nell'interesse della collettività, stante ho avuto modo di leggere su internet centinaia di altri casi di censura simili al mio, in relazione alla libera manifestazione del pensiero.

Gianfranco Tauro

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