giovedì 1 settembre 2016

L'IMPREVIDENZA DELL' " OSSERVATORIO NAZIONALE SULLE MANIFESTAZIONI SPORTIVE "

Lega Pro, Derby dello Stretto: sulla gara Reggina-Messina incombe il divieto prefettizio, insensato e fuori luogo.


A rovinare lo spettacolo dello sport nel mondo del calcio, non è sempre il comportamento incivile e violento delle psuedo-tifoserie contrapposte che si scontrano negli stadi. Talvolta succede anche il rovescio della medaglia: - E' il caso dell' "osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive". Un organismo sorto nel corso degli ultimi anni in Italia, con compiti di coordinamento centrale delle iniziative da attuare in occasione
di incontri ritenuti particolarmente a rischio. Se questo era ed è l'intento, ben venga una istituzione di questo tipo. Cosa diversa è invece, quando i presupposti iniziali vengono meno, a tal punto da trasformarsi in organismo sospetto e discriminatorio, antisportivo e fuorviante... La prova sospetta? E' il comunicato apparso qualche giorno fa sugli organi di stampa, in merito alla partita del campionato di calcio di terza serie tra Reggina e Messina, in programma domenica prossima 4 settembre.

A rendere ridicolo e poco credibile il gruppo dirigente di tale osservatorio (oserei dire "inosservante" *) per avere agito con colpevole miopia, è la determinazione con la quale la suddetta partita che fra 3 giorni dovrà disputarsi allo stadio Oreste Granillo di Reggio, è considerata nientepopodimeno che:-
- “gara ad alto profilo di rischio” per l’accesa rivalità tra le due tifoserie. Pertanto, per preminenti ragioni di tutela dell’ordine, della sicurezza e dell’incolumità pubblica, il prefetto Sammartino, ha disposto il divieto di vendita di tagliandi ai residenti nella Regione Sicilia e la contestuale sospensione del programma di fidelizzazione dell’A.C.R. Messina”.

E' qui casca l'asino! Fosse vero, l'incombenza di un tale rischio, nulla da eccepire. Ci mancherebbe altro. Il fatto è che, storicamente parlando, le statistiche parlano chiaro *: il suggestivo Derby dello Stretto tra Reggina e Messina, si è sempre caratterizzato per la proverbiale correttezza delle opposte tifoserie, quella reggina e quella messinese; sia tra gli spalti che fuori dal campo. Può essere successo, chi lo nega, qualche volta, che pochi isolati gruppi di facinorosi (in quale gara di calcio nel mondo non è mai successo almeno una volta nei derby ?) fossero stati coinvolti in episodi di violenza, del tipo qualche scazzottata a atto ingiurioso e cose di questo tipo. Quel che è certo, nel 99% dei casi, fra le centinaia di gare di calcio disputate in un secolo di storia calcistica tra Reggina e Messina, entrambe le tifoserie si sono distinte per la loro correttezza e civiltà, sia prima che dopo la fine delle partite. A prescindere dagli sfottò, dagli striscioni ironici e simpatici esposti nelle tribune, dai cori inneggianti ritornelli vari e quant'altro... Che ci stanno tutti alla grande, dovrebbero essere ripristinati e non vietati, quali espressioni creative e manifestazioni dello spirito nell'arco dei 90 minuti di gara, a garanzia dello spettacolo, che non dovrebbe mai mancare...

Un dato è certo: dal mio Osservatorio - e credo anche da quello delle centinaia e migliaia di sportivi italiani onesti, reggini e messinesi in primis - non si intravede all'orizzonte alcunchè di "gara ad alto profilo di rischio" quella tra Reggina e Messina di domenica prossima, se non un atteggiamento razzista, discriminatorio ed antisportivo, da parte di taluni organi dello Stato, che anzichè risollevare l'entusiasmo nel mondo del calcio, lo mortificano e lo affossano. Generalizzano ed applicano il "DASPO" illegittimo e irrituale, laddove inapplicabile per i motivi sopra esposti; mentre in altri derby italiani, storicamente pericolosi (altrochè se lo sono) le stesse misure restrittive non vengono mai adottate, se non per scrupolo di coscienza, dopo che scappa qualche morto.... Ai tifosi peloritani, che hanno il diritto di seguire e tifare per la propria squadra anche in trasferta, va tutta la mia solidarietà, per il divieto loro imposto di assistere al derby.


Gianfranco Tauro

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