Chi l’avrebbe mai detto: Fabio Fazio nelle vesti di “inviato
speciale”…
Nientepopodimenoche, Incaricato - per conto della Repubblica
italiana - “non si sa bene da chi”?... Il conduttore televisivo di “che
tempo che fa”, il quale si reca a Parigi per intervistare Macron
all’Eliseo, “ufficialmente” per rinsaldare l’amicizia e le relazioni
diplomatiche tra Italia e Francia dopo la recente
crisi diplomatica... somiglia più alla metafora di una novella dei
vangeli biblici, in cui “il buon pastore (Fazio) in una notte tempestosa
lasciò la sua casa per andare a cercare una delle sue pecore (Macron)
che si era smarrita; la trovò e la riportò in salvo all'ovile”...
Peccato che la realtà dei fatti dimostri nella fattispecie, le parti
invertite, ovvero il ruolo dell’Italia, quella ultra-servile,
rappresentata da Mattarella e dal “governo fantoccio” Conte, nei panni
della pecora, e Macron (“inaspettatamente”) nei panni del buon pastore.
Per quanto riguarda i contenuti dell’intervista? Che dire: Alquanto
banale e noiosa, se non addirittura “artificiosa e pleonastica”…
E circa la domanda scontata sulla questione della TAV? Dissento come
già in precedenza manifestato pubblicamente e spero non vada in porto,
malgrado tutto... essendo un’opera oltre che dispendiosa, assolutamente
non prioritaria rispetto ai grandi problemi socio-economici dell’Italia
e…, conseguentemente dell’Europa. Dulcis in fundo, l’aver evitato
(previo accordi ovviamente tra l’intervistato e l’intervistatore)
domande specifiche sulla disastrosa, arrogante e fallimentare politica
estera francese (vedi in primis caso Venezuela), si commenta da sé ed è
un segnale politico significativo e... piuttosto eloquente.
Gianfranco Tauro
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