martedì 10 novembre 2020

I GUASTI DELLA SANITA' PUBBLICA ITALIANA, FRUTTO DELLE POLITICHE DISSENNATE DEI GOVERNI BERLUSCONI-LEGA NORD

E' facile parlare oggi di collasso della sanità pubblica italiana, guardando agli effetti negativi in tempo di emergenza covid, ignorando di risalire alle cause principali che hanno provocato lo sconquasso del sistema sanitario nazionale.

 
"LE COLPE DEL SERVOSISTEMA" - IL BLOCCO SOLIDALE TRASVERSALE DELLE POLITICHE DI DESTRA - NELL'APPROVAZIONE DI RIFORME COSTITUZIONALI SBAGLIATE E NEL VARO DI LEGGI DI STAMPO NEO-LIBERISTA 
 
Per quanto riguarda la politica italiana ( tutta volta ad un eccesso di asservimento al sistema privatistico di estrazione anglo-americana) la cartina di tornasole del quadro drammatico sul fronte della sanità, è data con riferimento all'inizio del nuovo millennio... 
 
Più precisamente a partire dalla XIV legislatura fino a metà della XVI ( periodo comprendente il decennio che va dal 2001 al 2011 con l'intermezzo breve del biennio di governo Prodi II) che certifica i governi Berlusconi II-III e IV.
 
Un decennio oscurantista a mio modo di vedere ( e non solo sul fronte della sanità pubblica) che possiamo definire come quello della CONTRORIFORMA LAICA BERLUSCONISTA, NAZIONAL-LIBERISTA.
 
Partiamo dalla Riforma del Titolo V della Costituzione con le leggi costituzionali n. 2 e n. 3 del 2001, che hanno modificato quasi tutti i 20 articoli, attraverso cui il divario secolare tra regioni del nord e quelle del sud si è ulteriormente allargato ed aggravato. Il tutto a scapito soprattutto dei cittadini meridionali, penalizzati fortemente e tartassati in un contesto nel quale, attraverso le privatizzazioni e i tagli delle risorse economiche, hanno subìto la cancellazione sulla totalità dei servizi, in ispecie nella prevenzione e nelle cure gratuite delle malattie. E' avvenuto in definitiva lo smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale, istituito nel 1978 con legge n. 833 della ministra della Sanità, Tina Anselmi. 
 
Tale smantellamento, è figlio dell'arroganza e della cecità politica degli attori in campo, i quali hanno inferto un colpo mortale a quello che in Italia, era il modello di Welfare State tra i migliori del mondo.
 
PSEUDO-FEDERALISMO DISCRIMINATORIO E SPECULATIVO - Va da sè, col DL n. 347 del 18 set. 2001, dal titolo "Interventi urgenti in materia di spese per l'assistenza sanitaria" l'esecutivo di governo Berlusconi, decretava di fatto, ulteriormente, in maniera drastica e in via definitiva, i tagli sulla spesa sanitaria pubblica e avviava il processo di privatizzazione. Fino ad arrivare nell'arco di pochi anni successivi, alla soppressione del Fondo Nazionale Sanitario. Con l'obbligo da parte delle Regioni di provvedere all'autonomia finanziaria di entrata e di spesa. 
 
FAMIGERATO PATTO DI STABILITA' STATO-REGIONI - Sicchè, dovendo stabilire i cosiddetti "livelli di assistenza essenziali", causa la mancanza di fondi, abbiamo potuto assistere a continui tagli delle spese da parte delle Regioni, fino ad arrivare (soprattutto al sud) alla chiusura di molti ospedali, alla riduzione dei posti-letto nei pochi ospedali rimasti aperti e all'obbligo di rispettare tutte le misure di contenimento e monitoraggio delle spese. Con l'accollo del deficit sempre a carico delle Regioni, e la conseguente crescita delle strutture private, nonchè l'apertura al mercato delle assicurazioni di malattia ( in perfetto stile welfare state americano). 
 
Il tutto facendo cosi gravare i costi della sanità complessiva per oltre il 50% sui redditi dei piccoli e medi contribuenti. 
 
OLTRE IL DANNO, LA BEFFA - E "ciliegina sulla torta", alla decentralizzazione sull'accollo del deficit a carico degli Enti locali, di contro e di converso assistiamo alla deriva autoritaria centralista con cui i governi nazionali ( irresponsabili e menefreghisti recidivi) hanno sortito negli ultimi dieci anni, il culto e la moda dei Commissariamenti "pilotati", non solo in ambito politico a livello delle amministrazioni comunali, ma anche e soprattutto i Commissariamenti della Sanità regionali ad oltranza (vedi caso Calabria) con tanto di vicende tragi-comiche dai risvolti kafkiani: il passaggio delle consegne sulle nomine dal triste epilogo, Cotticelli prima e Zuccatelli dopo. 
 
Tanto basta per dire: "Sbagliare è umano, perseverare è diabolico".
 
Gianfranco Tauro

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