venerdì 8 febbraio 2013

Un'altra "Praedica Verbum" di Giorgio Napolitano alle gerarchie cattoliche. Come quando recitava da giovane nel 'Teatro degli Illusi'

Il comunista On. Giorgio Napolitano, ormai in panne, si fa autogoal in una sorta di autocatarsi moralista. E lo fa incartandosi su se stesso... E' come un voler cospargersi il capo di cenere, proprio colui che, non avendo il coraggio di dichiarare il proprio pentimento per avere militato dalla fine della 2^ guerra mondiale per quasi 50 anni nel PCI - aderendo poi nel PDS-DS, ma solo perchè nel '90, con la svolta trasformista di Occhetto & Co. alla "Bolognina" sciolsero il vecchio partito - si improvvisa moralista dell'ultima ora e condanna il fallimento del comunismo. Dunque, si accorge adesso, che il materialismo dialettico marxista era ed è una utopia storica. Ma come spiega agli italiani il presidente della Repubblica Napolitano i suoi 50 anni e passa di militanza e adesione alla ideologia comunista? Semplicemente Egli non lo spiega.
 
La sua odierna "Lectio Magistralis" è il "Contributo del Presidente Napolitano alla raccolta di scritti 'Praedica verbum' in onore del cardinale Gianfranco Ravasi". E da che pulpito viene la predica, per uno come Lui che, adesso addirittura - da "comunista pentito" - l'On. Napolitano, quasi a volersi discolpare, si cimenta in acrobazie da trapezista del circo barnum, passando da ateo comunista, in prestito nell'altra sponda delle eminenze cattoliche altolocate, ed insieme a loro recita il solito copione falso-moralista, nel solco dell'arte parolaia fine a se stessa e che non si traduce in fatti concreti quando sono chiamati a rispondere del loro operato. Mi viene in mente la famosa massima, quella per cui si potrebbe tranquillamente urlare tutti in coro e dire: "Predicano bene e razzolano male". Anche se, l'On. Napolitano a dire il vero, non predica neanche più bene, non essendo evidentemente un predicatore clericale di professione.
 
Un discorso lungo e prolisso che avrebbe potuto evitare, nella misura in cui, spara a destra e a sinistra, sia contro il comunismo che contro il nazismo, e qui - sempre nell'ambito delle sue acrobazie iperboliche - si tira un'altra zappa sui piedi, essendo che Lui, da giovane studente universitario militante di destra (intorno all'anno 1942) iscritto nel GUF (Gruppo Universitario Fascista) ed inoltre collaborava con il settimanale 'IX maggio' dove teneva una rubrica di critica teatrale. Cosa dire altro? Lascio ai lettori tutti esprimere il proprio giudizio nei confronti dell'On. Giorgio Napolitano, il quale, avendo preso parte da giovane anche in veste di attore, nel "Teatro degli Illusi", è riuscito suo malgrado, col benestare di USA e GB a diventare presidente della Repubblica Italiana e, prima ancora Ministro degli Interni. Ai contemporanei e ai  posteri l'ardua sentenza. Ardua...si fa per dire.

Gianfranco Tauro
 

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