Il comunista On. Giorgio Napolitano, ormai in
panne, si fa autogoal in una sorta di autocatarsi moralista. E lo fa
incartandosi su se stesso... E' come un voler cospargersi il capo di
cenere, proprio colui che, non avendo il coraggio di dichiarare il
proprio pentimento per avere militato dalla fine della 2^ guerra
mondiale per quasi 50 anni nel PCI - aderendo poi nel PDS-DS, ma solo
perchè nel '90, con la svolta trasformista di Occhetto & Co. alla
"Bolognina" sciolsero il vecchio partito
- si improvvisa moralista dell'ultima ora e condanna il fallimento del
comunismo. Dunque, si accorge adesso, che il materialismo dialettico
marxista era ed è una utopia storica. Ma come spiega agli italiani il
presidente della Repubblica Napolitano i suoi 50 anni e passa di
militanza e adesione alla ideologia comunista? Semplicemente Egli non lo
spiega.
La sua odierna "Lectio Magistralis" è il "Contributo del
Presidente Napolitano alla raccolta di scritti 'Praedica verbum' in
onore del cardinale Gianfranco Ravasi". E da che pulpito viene la
predica, per uno come Lui che, adesso addirittura - da "comunista
pentito" - l'On. Napolitano, quasi a volersi discolpare, si cimenta in
acrobazie da trapezista del circo barnum, passando da ateo comunista, in
prestito nell'altra sponda delle eminenze cattoliche altolocate, ed
insieme a loro recita il solito copione falso-moralista, nel solco
dell'arte parolaia fine a se stessa e che non si traduce in fatti
concreti quando sono chiamati a rispondere del loro operato. Mi viene in
mente la famosa massima, quella per cui si potrebbe tranquillamente
urlare tutti in coro e dire: "Predicano bene e razzolano male". Anche
se, l'On. Napolitano a dire il vero, non predica neanche più bene, non
essendo evidentemente un predicatore clericale di professione.
Un
discorso lungo e prolisso che avrebbe potuto evitare, nella misura in
cui, spara a destra e a sinistra, sia contro il comunismo che contro il
nazismo, e qui - sempre nell'ambito delle sue acrobazie iperboliche - si
tira un'altra zappa sui piedi, essendo che Lui, da giovane studente
universitario militante di destra (intorno all'anno 1942) iscritto nel
GUF (Gruppo Universitario Fascista) ed inoltre collaborava con il
settimanale 'IX maggio' dove teneva una rubrica di critica teatrale.
Cosa dire altro? Lascio ai lettori tutti esprimere il proprio giudizio
nei confronti dell'On. Giorgio Napolitano, il quale, avendo preso parte
da giovane anche in veste di attore, nel "Teatro degli Illusi", è
riuscito suo malgrado, col benestare di USA e GB a diventare presidente
della Repubblica Italiana e, prima ancora Ministro degli Interni. Ai contemporanei e ai
posteri l'ardua sentenza. Ardua...si fa per dire.
Gianfranco Tauro
Gianfranco Tauro
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